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4 Settembre nasce per il sito internet del Parco Letterario Giuseppe Dessì (www.parcodessi.it).
La richiesta originaria era quella di riportare, in una storia a fumetti, l’episodio dell’eccidio di Buggerru (1904) così come Dessì l’aveva raccontato nel suo celebre romanzo Paese d’Ombre.
Nel fumetto, lo sceneggiatore Daniele Mocci, pur restando fedele al testo di Dessì, offre una libera interpretazione di come lo scrittore villacidrese avrebbe raccolto le testimonianze che lo hanno portato a inserire i fatti di Buggerru nel suo romanzo. Il risultato è una storia elegiaca, dove il dramma di un uomo si fonde con i sogni innocenti di sua figlia, permeandosi di quella atavica patina di fatalismo che ha spesso caratterizzato il comune sentire delle genti semplici della Sardegna.
Rispetto al testo di Dessì, nel racconto a fumetti la prospettiva è ribaltata. Sante Follesa, spogliato del suo nome e delle sue gesta romanzesche, resta un “normale” rappresentante dei minatori. Chi ci conduce nel cuore degli avvenimenti è la figlia del minatore Felice Littera: un personaggio femminile che nel romanzo non ha né nome, né sesso (è solo, genericamente, uno dei suoi tre figli), e che, in queste dieci tavole, trova paradossalmente una dimensione reale proprio quando svanisce nell’ombra dell’oblio, insieme a tutto ciò che la circonda.
L’utilizzo di due distinti piani temporali, consente a Daniele Mocci di coinvolgere lo stesso Dessì nel racconto. Non inganni l’apparente passività del personaggio Dessì. Lo scrittore sembra un testimone immobile del racconto della donna; in realtà è la molla che consente alla figlia di Felice Littera di consegnare alla storia (o, meglio, alla letteratura) la sua voce. Una voce rimasta muta per tanto tempo e dimenticata anche dagli abitanti di Buggerru, come capiamo dalle parole del vecchio all’inizio del fumetto. Ma anche, paradosso nel paradosso, una voce probabilmente destinata anch’essa a svanire. Infatti, nella scena finale, come avranno notato gli occhi più attenti, la stessa figura di Giuseppe Dessì comincia a perdere la sua consistenza e a diventare ombra come tutto il resto.
Il disegnatore Luca Usai sceglie un segno drammatico ed essenziale, e sottolinea, con un uso attento del colore e delle ombre, l’evanescenza delle vicende e dei personaggi. Quasi a ribadire, anche in un episodio così emblematico per la storia del movimento operaio non solo sardo, ma anche nazionale, la tendenza tipica degli uomini semplici, o dei semplici uomini, a svanire nei meandri della memoria e, quindi, della storia.
Alcune precisazioni per chi non conoscesse i procedimenti di realizzazione di un fumetto.
Come è stata realizzata la storia a fumetti 4 Settembre? E, più in generale, come si fanno i fumetti?
Dopo aver scritto un “soggetto” (breve testo in cui si racconta la trama della storia) lo sceneggiatore passa alla stesura della sceneggiatura. Questa consiste nella suddivisione/scomposizione in scene del soggetto e nell’indicazione, per ogni pagina (“tavola”), di ciò che il disegnatore dovrà disegnare nelle varie vignette: personaggi, oggetti, sfondi, dialoghi e didascalie. Nella sceneggiatura sono presenti anche precise note di regia (le inquadrature con cui si riprendono i personaggi e/o gli ambienti: primi piani, campi medi, campi lunghi, viste dal basso, dall’alto, ecc.). Il disegnatore, letta la sceneggiatura, passa alla realizzazione delle tavole con un processo che segue queste fasi: studio degli spazi ed eventuale storyboard; disegno a matita; inchiostrazione; colore. Al termine del lavoro del disegnatore, le “parti scritte” (dialoghi, didascalie, note, ecc.) previste dalla sceneggiatura, vengono inserite all’interno dei “balloon” (nuvolette), con un procedimento che viene chiamato “lettering”.